Montgomery VS Page: una storia di diritto e di rovesci

Un potente editore. Un uomo d’affari senza scupoli che usa i tribunali per i suoi fini. Un pornomane che collezionò tre mogli ed innumerevoli amanti, che si circonda di un “harem” di impiegate. Proprietario di una celebre squadra sportiva e di una villa-reggia fuori città. Vi ricorda qualcuno?

Louis Coues Page (1869-1956) era un potente editore di Boston: cosa può fare una giovane donna, scrittrice di libri “per bambini” e proveniente da una sperduta provincia canadese contro un tale squalo degli affari? La storia dei guai giudiziari tra Lucy Maud Montgomery ed il suo editore vi sorprenderà.

I rapporti fra Montgomery e Page iniziano con la pubblicazione di Anne of Green Gables nel 1908. Il libro era stato già rifiutato da diversi autori, ma pare che questa volta, più che l’intuito dell’editore, abbia contato l’opera di convincimento di una delle molte impiegate di Page, la quale era un’amica di Maud.

Nel contratto tra la casa editrice e Maud c’era una clausola ingegnosa che riduceva di molto le royalties: la percentuale di ogni libro venduto che andava all’autore non veniva calcolata sul prezzo di vendita al pubblico, ma su quello all’ingrosso. E questo non solo per il primo libro (che poteva essere rischioso per un editore essendo un’esordiente), ma anche per il secondo  (Anne of Avonlea, pubblicato dietro richiesta proprio di Page, visto l’enorme successo del primo) ed il terzo (Kilmeny of the Orchard).

Quando nel 1910 fu l’ora di rinnovare il contratto Maud scrisse all’editore che non avrebbe firmato un contratto con quella clausola. Invece di spedirle il contratto per la firma, questa volta Page la invitò a passare una vacanza a Page Court, la “reggia” in cui abitava.  Venne trattata da regina, infatti, con cene eleganti i  suo onore ed interviste. Prima di ripartire Page le diede il contratto da firmare: la clausola c’era ancora. Scrive Maud nel suo diario:

Il Signor Page deve aver ragionato così : – “E’ stata mia ospite; Io sono stato estremamente buono e amabile con lei; nella mia casa e come mia ospite non vorrà cominciare una discussione che può andare a finire in una disputa e farà cadere il gelo; perciò firmerà senza fare problemi”. Se lo ha fatto, ha fatto bene, perchè ho deciso di firmare proprio per questi motivi.

Con questo contratto vennero pubblicati diversi libri di successo: Anne of the Island, The Story Girl, The Golden RoadChronicles of Avonlea.  Ma Page rifiutò la (poco remunerativa) raccolta di poesie The Watchman & Other Poems, la quale venne pubblicata dall’editore canadese McClelland nel 1916. Alla scadenza del contratto quindi Maud non lo rinnovò e per pubblicare Anne’s House of Dreams si affidò di nuovo al suo connazionale. Ma Page voleva avere se non altro i diritti di pubblicazione per gli Stati Uniti.

Nel dicembre del 1916 inviò a Montgomery il periodico assegno con le royalties, che lei incassò, pensando che fossero quelle dei libri precedenti, mentre invece Page vi aveva arbitrariamente incluso un “anticipo” sulla pubblicazione del nuovo libro. Due mesi dopo, quando Page seppe che i diritti americani erano stati affidati all’editore Stokes, per ripicca le scrisse che si era accorto di un errore di calcolo nelle royalties di tre anni prima e quindi doveva detrarle 1000 dollari. Era falso, ma entrambi sapevano che a Maud sarebbe costato più opporsi legalmente a questa pretesa che i 1000 dollari stessi.

Ma è solo l’inizio: Page arbitrariamente vendette ad un altro editore i diritti (che non aveva) per una edizione economica di Anne’s House of Dreams, giustificandosi con l'”anticipo” pagatole mesi prima.

A questo punto L. M. Montgomery si decise a denunciarlo. Il processo si tenne nel 1919 nel tribunale di Boston, e diede ragione a Page riguardo all’anticipo, ma gli ordinò di restituire i famosi 1000 dollari. Inoltre le parti iniziarono le trattavive sui diritti della versione economica Anne’s House of Dreams (per la quale dopotutto aveva dato solo un anticipo, appunto).

L’accordo comprendeva la rinegoziazione dei diritti precedenti e il diritto di pubblicare un altro libro: Further Chronicles oof Avonlea, che avrebbe dovuto contenere i racconti non inclusi nella versione finale di Chronicles of Avonlea. Page sosteneva che siccome questi racconti erano già stati pubblicati singolarmente in riviste canadesi, lui poteva ripubblicarli negli USA senza il suo permesso e senza pagare il copyright: infatti gli USA non avevano aderito alla Convenzione di Berna e quindi non riconoscevano i diritti d’autore registrati in paesi stranieri. Di fronte a questa minaccia Montgomery accettò, purché il libro non andasse a fare conncorrenza sleale al “vero” nuovo libro di Anna:  l’Anne’s House of Dreams ufficiale pubblicato da Stokes e McClelland in USA e Canada. Perciò specificò che il libro non poteva presentarsi come un libro della serie di Anna, nè contenere riferimenti ad Anna Shirley.

Tutto ciò per poco meno di 18000 dollari. Maud non sapeva che mentre Page firmava era già in trattativa per la versione filmica di Anna dai capelli rossi, i cui diritti furono venduti a 40.000 dollari senza che a lei spettasse nulla…..

Nel gennaio del 1920 Maud ricevette la prova di stampa di Further Chronicles ed ebbe diverse sorprese: non solo c’era una introduzione  che inseriva chiaramente il libro nella serie di Anna, ma non era stata usata la bozza dei racconti dattilografata e spedita da lei. Infatti Page aveva fatto fare di nascosto una copia di questi racconti quando Maud nel 1912, preparando Chronicles of Avonlea, li aveva  modificati e fatto riferimenti ad Anna. Page aveva “casualemente” ritrovato questa versione e l’aveva usata.

Maud protestò, ma George Page (fratello e socio di Louis) gli rispose che il libro era già in stampa e che comunque il contratto prevedeva si che la casa editrice non poteva fare riferimenti ad Anna, ma quei riferimenti li aveva fatti lei nel 1912, non loro…. La cavillosità di questa lettera è tale che ad essa George ne accluse una in cui specificò che l’altra era stata scritta sotto dettautura dell’avvocato. Un modo indiretto di prendere le distanze e di scusarsi?

In ogni caso nonostante la diffida da parte dell’avvocato di Maud a pubblicare il libro, Louis Page non solo andò avanti ma mise sualla copertina la figura di una donna con i capelli rossi, tanto per essere più chiaro. Non solo, Maud trovò brani non suoi e brani che lei aveva omesso nella sua bozza ufficiale, perchè li aveva usati in altri libri. Fu così che nell’aprile 1920 Maud denunciò Page per danni e chiese un’ingiunzione per vietargli di continuare a pubblicare il libro.

Il processo, per cui Maud dovette di nuovo trasferirsi a Boston, era così lungo e complicato che la questione fu affidata ad un “Master”, un perito che avebbe dovuto esaminare tutta la documentazione e fare un rapporto al giudice. Memorabile la questione dei capelli rossi, che così Maud racconta:

Tre seriosi avvocati ed io disputammo tutto il giorno sulla questione dell’esatto colore dei capelli di Anna e sulla definizione di “Rosso Tiziano”. Oh Dio, è stato divertente! Il grande tavolo era ricoperto da una manto di libri e stampe a colpa e a discolpa. Anni fa, quando sedevo in quella vecchia cucina a Cavendish, in quella piovosa sera di primavera, e dotai Anna di una capigliatura rossa, non pensavo che sarebbe venuto il giorno in cui ci si sarebbe combattutti su questo in un’aula di tribunale. Sarebbe stato meravigliosamente divertente – se non fosse stato così orribilmente abominevole. French [l’avvocato di Page] era determinato a dimostrare che il rosso Tiziano era rosso scuro e che io ne ero a conoscenza. Non lo ero. Avevo sempre pensato che il rosso Tiziano fosse una specie di rosso-fiamma e rimasi ferma su questo punto durante tutto il suo tampinamento. Rollins [l’avvocato di Maud]  scovò un’enciclopedia in cui il rosso Tiziano era definito “castano dorato brillante” e il Master disse che aveva sempre pensato che i “capelli Tiziano” fossero la tonalità di rame brunito! E così via!

Nel frattempo Page denunciò la Montgomery per diffamazione, poiché aveva contestato le sue pratiche commerciali. Il caso fu destituito dal tribunale (vista la plateale inconsistenza), ma Page si appellò addirittura alla Suprema Corte degli Stati Uniti, dove però perse definitivamente nel marzo 1923. Era una causa-capestro evidentemente fatta per indebolire e molestare Maud, che dopotutto era la semplice moglie di un Pastore e viveva in un paese straniero (a Leaskdale in Ontario), mentre Page giocava in casa ed aveva soldi da spendere, anche grazie alle vendite dei libri di Montgomery!

Intanto nell’aprile del 1923, dopo tre anni, si concluse il processo, che diede ragione a L.M. Montgomery: Page aveva pensato di avere il diritto di pubblicare i racconti del 1912, ma non lo aveva e quindi doveva devolvere alla scrittrice tutti i guadagni della vendita del libro (non solo le royalties) escluse le spese sostenute per la pubblicazione.

Page (che nel frattempo aveva perso anche la causa per diffamazione) si appellò, nonostante solo battere a macchina e stampare tutto il materiale per l’appello gli costò più di quanto avrebbe dovuto pagare a Maud. Nell’appello sosteneva che non poteva pagare perchè semplicemente il libro non aveva prodotto profitti…. Maud dovette accollarsi una dispendiosa e complicata disanima dei libri contabili di Page ( il quale tendeva a detrarre dai profitti fantasiose spese e tasse).

Era chiaro che Page l’aveva presa sul personale e voleva a tutti i costi dimostrarsi invincibile ed intoccabile, mentre Maud per stare dietro a lui avrebbe dovuto pagare in spese ed avvocati molto più di quanto Page le doveva. Il suo stesso avvocato le suggerì più volte di rinunciare. Lei era molto agitata da questa situazione, ma oltre all’orgoglio e alla testardaggine di una donna che aveva sempre dovuto lottare con le sue forze per affermarsi, il suo rigido senso morale la indispettiva ancora di più ad ogni nuovo subdolo tiro mancino del suo avversario.

Nel 1924, Page denunciò di nuovo Maud per diffamazione, questa volta al tribunale di New York. Di nuovo perse, e di nuovo fece appello.  Sulla base di questa procedimento in corso fece congelare le royalties che l’editore statunitense Stokes doveva a Maud, in modo che potessero servire a pagare i danni in caso di vittoria della causa. L’intento ovviamente era di sfiancare le finanze di Maud per farle abbandonare le cause. McClelland considerò addirittura di anticiparle le royalties canadesi nel caso che Page potesse fare un’azione del genere anche nel loro Paese, ma fortunatamente la legge canadese non glielo concedeva.

Nel frattempo i libri di Maud, grazie al film e all’effetto nostalgia dovuto agli sconvolgimenti della Prima Guerra Mondiale, stavano avendo una seconda ondata di successo. La casa editrice di Page vendette i diritti per la pubblciazione in Inghilterra e addirittura scrisse a L.M. Montgomery chiedendole candidamente se voleva collaborare ad un opuscolo sulla sua vita.

Ma nel 1925 la seconda denuncia per diffamazione fu archiviata definitivamente e Maud potè riavere le sue royalties, inoltre il suo avvocato le suggerì di citare in giudizio Page per riavere le spese legali: nel 1928 vinse, ottendendo 2200 dollari (sebbene ne avesse spesi altri 1200 per riaverli).

Nel 1927 intanto un revisore dei conti aveva stabilito a 16.000 dollari i profitti di Further Chronicles che Page doveva pagare, cosa sconcertante viste le cifre ben minori a cui la Montgomery era abituata. Se Page aveva guadagnato così tanto con un libro minore, quanto altro le aveva nascosto dei profitti di Anna dai capelli rossi e degli altri libri? Anche il confronto con le royalties assegnatele dall’editore canadese (che si basavano su un mercato molto minore di quello statunitense) le avevano fatto venire questi dubbi.

Pochi mesi dopo avvenne un colpo di scena: George, il fratello “buono” di Louis Page, morì a 55 anni per infarto o forse addirittura si sparò. Due giorni dopo Maud ricevette un telegramma da Page e in seguito una lettera con lo stesso messaggio e con acclusa un’altra copia dello stesso telegramma:

Dal momento che, come noto, vi piace una bella lotta, sarete interessata a sapere che George Page è stato sepolto oggi.

Qual’è lo scopo di queste “condoglianze al contrario“? Il fratello di Luois era probabilmente l’ultimo lacerto di famiglia che glie ra rimasto, sebbene George non approvasse i suoi metodi e alla fine aveva lasciato la casa editrice a causa dei continui contrasti con lui. Possiamo immaginare che oggetto di questi contrasti fosse anche la “questione Montgomery”. Quindi Page tenta di dare a Maud la responsabilità della morte di George? Fu questo disastro familiare a far arrendere Page? Di certo la situazione economica non era più florida a causa di debiti di gioco, due ex mogli da mantenere e dieci anni di costosi processi.  Ma non solo per questo.

Page era senza scrupoli non solo con i suoi autori, ma anche con i suoi acquirenti, ossia le librerie, cui inviava arbitrariamente quantità maggiorate di libri e, se non veniva pagato, minacciava di non vendere più altri libri. Ad un certo punto la più grande catena di librerie americane, Wanamaker’s, decise di interrompere i rapporti con la Page Company: sarebbe come se Amazon si rifiutasse di vendere i libri della Mondadori accusandola di pratiche commerciali scorrette… Fu uno scandalo ma soprattutto un colpo a livello economico.

Nel novembre 1928, Maud ricevette il pagamento dei profitti di Further Chronicles dalla Page Company. Calcolò che, dopo unidici anni di cause, detratte le spese legali, ci aveva guadagnato 4000 dollari.

Lo stesso mese arrivò in casa Montgomery un altro telegramma da Page:

La signora Page [moglie di George] è impazzita dopo la scioccante morte del marito. Non si è più ripresa. E’ morta ieri.

Lucy Maud Montgomery attorno al 1901Il fatto stesso di mandare questi telegrammi ci può far pensare che anche Luois Page era rimasto scioccato. Dai suoi guai familiari, dal fatto che i suoi metodi di fare affari e di vivere gli si erano ritorti contro e gli avevano fatto terra bruciata attorno. E dal fatto di essere stato per la prima volta sconfitto, lui con tutta la sua virilità, la sua furbizia ed i suoi soldi, da una donna che bastava a se stessa e non voleva essere “a sua disposizione” (cit. Rosy Bindi).

INFO

La fonte per questa storia è la biografia Lucy Maud Montgomery – The Gift of Wings di Mary Henley Rubio, Doubleday Canada, 2008 (in particolare pagg. 140-44, 225-38 e 378-81, le citazioni le ho tradotte io come potevo)

Una biografia sintetica in italiano è pubblicata su questo stesso sito qui

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